Cosa è

Il lattosio

Il lattosio è uno zucchero che prende questo nome poichè è il carboidrato principale presente nel latte di quasi tutti i mammiferi (fanno eccezione i leoni marini e dei trichechi). Possiamo quindi trovarlo in natura solo nel latte e nei suoi derivati. Il lattosio  in natura svolge un ruolo fondamentale per la crescita e la sopravvivenza dei mammiferi nei primi mesi della vita, dopodichè la lattasi, ossia l’enzima presente a livello intestinale che scinde il lattosio in glucosio e galattosio, regredisce poichè i mammiferi prediligono altre fonti di nutrimento e non si ha più bisogno di digerire il lattosio.  Ad oggi, in commercio, il lattosio viene usato come conservante, si trova quindi in moltissimi prodotti come surgelati, biscotti, conserve, sughi pronti, insaccati e tanto altro ancora, spesso sotto la dicitura “zucchero” dalla lista degli ingredienti.

L’intolleranza al lattosio

Nelle persone affette da  intolleranza al lattosio, l’enzima digestivo lattasi può non essere più presente nella flora intestinale, può non funzionare più o funzionare solo in parte (esistono quindi vari gradi di intolleranza), questo comporta l’incapacità (totale o parziale) dell’intestino tenue a scindere lo zucchero nei due componenti che lo costituiscono, il glucosio e il galattosio. Quindi il lattosio giunge non digerito nell’intestino crasso e viene fermentato dai batteri causando meteorismo (la fermentazione produce gas a livello intestinale) e diarrea (la fermentazione richiama molta acqua a livello intestinale), ossia i sintomi principali con cui si manifesta questa intolleranza.

L’intolleranza al lattosio può essere congenita o svilupparsi nel corso della vita. Non va confusa con l’allergia alle proteine del latte vaccino.

Cause e forme

Si distinguono tre forme di intolleranza al lattosio, per ognuna vi sono cause diverse:

  1. Carenza congenita di lattasi (di origine genetica)
    La carenza congenita di lattasi è la forma più rara, è dovuta ad un difetto genetico, per cui si manifesta già alla nascita, appena il neonato assume per la prima volta latte materno od artificiale, con forti  coliche e diarree acquose. Avendo base genetica dura per tutta la vita.

  2. Intolleranza al lattosio genetica (forma primaria)
    L’intolleranza al lattosio primaria è la forma più frequente di intolleranza e si acquisisce nel corso della vita ed è dovuta ad un adeguamento del nostro intestino al cambiamento delle abitudini alimentari che abbiamo tra l’infanzia e la vita adulta. Si manifesta in genere intorno ai cinque anni e può manifestarsi in vari gradi a seconda di quanto funzionasse l’enzima in età infantile e di quanto è stato il calo funzionale che varia da persona a persona.

  1. Intolleranza al lattosio axquisita (forma secondaria o transitoria)
    Questa forma di intolleranza al lattosio è dovuta a malattie dell’apparato digerente come morbo di Crohn, celiachia, infezioni intestinali acute oppure dopo importanti operazioni all’intestino. Sono tutte malattie infiammatorie dell’intestino che danneggiano e distruggono in parte la mucosa dell’intestino tenue, comportando la distruzione o il malfunzionamento degli enzimi intestinali, tra cui la lattasi. La disfunzione può essere transitoria in caso l’enzima sia solo danneggiato, può perdurare tuttala vita in caso l’enzima sia stato totalmente distrutto.

Sintomi

L’intensità dei sintomi è individuale e influenzata da diversi fattori:

il tempo di svuotamento dello stomaco e il tempo di transito intestinale dipendono dalla composizione del cibo. I liquidi transitano nel tratto gastrointestinale più velocemente degli alimenti solidi, così come i carboidrati semplici diminuiscono il tempo di svuotamento gastrico. Le proteine e i grassi prolungano la permanenza del cibo nello stomaco e nell’intestino. Più lunga è la permanenza del cibo nel tratto gastrointestinale, più lattosio potrà essere scisso e di conseguenza meglio tollerato sarà il cibo. I sintomi dell’intolleranza al lattosio si manifestano solitamente da trenta minuti a due ore dopo l’assunzione del pasto contenente lattosio, ma è possibile che si manifestino anche più tardi. Essi vengono suddivisi in sistemici e intestinali.

Sintomi intestinali:

meteorismo, addome meteoritico, flatulenza (gas)

mal di pancia, crampi addominali

diarrea o feci molli

nausea

vomito

Sintomi sistemici:

mal di testa

disturbi della concentrazione

stanchezza cronica

dolori muscolari

dolori articolari

disturbi del ritmo cardiaco

afte (vescicole febbrili in bocca o sulle labbra)

Diagnosi

Qualora si sospetti un’intolleranza al lattosio, questa può essere facilmente smascherata dal cosiddetto test del respiro o breath test. Tramite questo esame si valuta la concentrazione di idrogeno nell’aria espirata dopo un carico di lattosio.

Dal momento che la fermentazione dello zucchero indigerito produce idrogeno che viene prontamente riassorbito dalle pareti intestinali ed eliminato con la respirazione, in caso di intolleranza al lattosio si osserva un picco di concentrazione di idrogeno nell’aria espirata.

Terapia

In presenza di una intolleranza secondaria al lattosio il primo approccio è, dopo un periodo di disintossicazione in cui evitare in modo perentorio l’ingestione di lattosio, quello di consumare latte e latticini in piccole quantità, per poi aumentarle progressivamente in modo da stimolare la produzione di lattasi.

In caso di intolleranza al lattosio dovuta a mancanza totale dell’enzima bisogna seguire un regime alimentare basato su prodotti privi di questo zucchero, avvalendosi di prodotti caseari di origine vegetale; in caso l’enzima sia solo parzialmente funzionante ci si può avvaleri dei prodotti delattosati in cui il lattosio si trova, per la maggior parte (70-75%), già scisso in glucosio e galattosio. In alternativa sono oggi presenti in commercio degli integratori a base di lattasi che permettono anche agli intolleranti di poter assumere discrete quantità di lattosio. Qui trovi l’elenco completo degli integratori.